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Maiale sarà lei! Il lato suino del Rustin Negà.

rustin negà

Il filetto di maiale è uno dei grandi classici della cucina di casa mia: l’ho fatto in crosta una settimana prima che lo proponesse Masterchef e l’altra sera, con grande sorpresa, l’ha preparato mia moglie.

Schermata-03-2456730-alle-12.18.41E l’ha fatto seguendo la mia ricetta del milanesissimo rustin negà (arrostino annegato, per i non milanesi), un piatto che da noi è anche un piatto vero e proprio, dal momento che l’abbiamo nella collezione dei “piatti del buon ricordo” di cui siamo andati per anni a caccia nei mercatini dell’ usato.

Praticamente il filetto di maiale è stato infarinato, poi fatto rosolare in padella con olio, burro e rosmarino dopodiché è stato, appunto, annegato ma non nel vino bianco come la ricetta originale: il sapore più vigoroso del maiale (e il fatto di averne una mezza bottiglia avanzata dalla sera prima) ci ha suggerito un vino rosso abbasanza corposo. Così nella successiva cottura lenta, circa un’oretta, oltre a glassarsi come nella ricetta originale ha preso un bel colore bruno all’ esterno.

Nel frattempo bollivano le patate, che poi sono state fatte saltare nel fondo di cottura dell’ arrosto (gras de rost, in milanese, significa anche persona pedante e difficile da digerire, e questo vorrà pur dire qualcosa…).
Così, messe in forma le patate, ci abbiamo adagiato sopra le fettine del nostro filetto e, in cima come la classica ciliegina sulla torta, una ciliegina di mostarda, che una volta consideravo cibo tipicamente da papà e che, in effetti, da quando papà lo sono diventato davvero, ha iniziato a piacermi.
Schermata 03-2456729 alle 21.06.03Ma di questo parleremo un’altra volta, dopo aver fatto piangere i bambini con una perfida vignetta su una delle loro beniamine che a me, invece, sta cordialmente antipatica a causa del suo muso che mi ricorda… No, non ve lo dico. ma pensateci la prossima volta che vi capita di andare in un bagno pubblico e vedere i disegni sulle pareti.



Rosmarino

rosmarino

• Diffusione: originario dell’area mediterranea, asiatica e africana, il rosmarino cresce spontaneamente nelle zone litoranee, nell’entroterra e nella macchia mediterranea. Nel nostro paese è largamente diffuso anche nei giardini.
• Coltivazione: la coltivazione del rosmarino è semplice, cresce sia in terra che in vaso. Richiede una posizione soleggiata e all’aria aperta. Patisce temperature troppo rigide e i terreni troppo umidi.
• In cucina: in cucina vengono impiegate le foglie o piccoli rametti col fine di aromatizzare e insaporire svariate pietanze, prevalentemente carni ma anche primi piatti.
• Proprietà terapeutiche: il rosmarino è una pianta officinale altamente energetica, stimola il corpo e combatte la stanchezza. Ha inoltre proprietà disintossicanti e depurative sull’organismo.
• Curiosità: Una leggenda medievale sosteneva che il rosmarino, come simbolo dell´immortalità e della fedeltà coniugale, tenesse lontano gli spiriti cattivi.
Il suo nome è molto poetico: rosmarino deriva dai termini latini ros, rugiada, e marinus, marino. Ovvero, letteralmente, “rugiada del mare”.
• Proverbio: c’è il rosmarino per la rimembranza. Ti prego, amore, ricorda. (Cit. letteraria William Shakespeare, Amleto)