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Lasagne con i funghi dall’ accento giusto.

FullSizeRender (1)Non amo molto gli champignon, un po’ perché da piccolo credevo che, così bianchi e sciapi, fossero i fantasmi dei funghi porcini di piccola taglia che la nonna faceva friggere con sommo gusto di tutti noi. E un po’ perché nelle pizzerie vengono sempre chiamati con l’accento sbagliato: chàmpignon, sorte che condividono con gli altrettanto maltrattati profìterol, ma che nemmeno lontanamente raggiungono il livello di  obbrobrio sintattico che tocca in sorte ai wurstel (un giorno mi riprometto di raccogliere i mille modi in cui viene storpiata la grafia di questi cosi che non ho ancora deciso se chiamare insaccati). Però…

Però una domenica mezzogiorno, con poco in dispensa e ancor meno voglia di uscire per andare in uno dei supermercati che ormai sono aperti non solo nelle settimane dell’ avvento (roba che da piccolo invece era quasi una festa: andare a far la spesa di domenica voleva dire che stava arrivando Natale, ora invece sono aperti sempre anche se è costantemente quaresima), ritrovanomi con un pacco di questi funghi albini nel frigo e allora via.

Aglio, olio (ne era rimasto ancora dall’evento #dedicatoame dei F.lli Carli) champignon tagliati a lamelle fungiformi e… l’accento deciso, proprio sulla o finale, glie l’ho dato grattugiando su questa preparazione un dado Star ai porcini, e il profumo si sentiva già in cottura.

Intanto sul pentolino si scioglieva il burro, amalgamandosi poi con la farina che anelava a farsi sciogliere nel latte per formare una besciamella che, su suggerimento di mia figlia, ho aromatizzato con un trito di rosmarino.

La giovane sperimentatrice aveva ragione: una volta mescolata agli champignon sugli strati di lasagne, questa besciamella al rosmarino aveva proprio il suo perché.

Lo abbiamo scoperto tutti con piacere dopo venti minuti circa di forno, quando il parmigiano che aveva abbondantemente velato l’ultimo strato di lasagne si era fatto dorato e croccante.

La schiscetta coi curnitt: lunch box e fagiolini

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Forse ormai lo sa anche chi non è milanese, ma la schiscetta è il contenitore con cui si porta al lavoro il cibo da consumare in pausa pranzo. In questa ci sono (oltre al dado vegetale Star col 30% di sale in meno e al fondente in padella Star al prezzemolo e aglio) riso integrale, pomodori e, ovviamente, i fagiolini.

Che poi in milanese sarebbero i “curnitt”, cornetti. cosa che ai romani provoca un po’ di confusione, dal momento che per loro i cornetti sono le nostre brioche.
Nella mia schiscetta oggi i cornetti ci sono davvero, anche nella presentazione che un pochino anticipa Halloween.

Passiamo subito alla ricetta, che è così semplice che potete farla, per esempio, dopo essere tornati a casa alle nove e trenta di sera su esplicita richiesta di vostra figlia che non sa che cosa portare a scuola visto che si ferma anche nel pomeriggio. ogni rifierimento a fatti e persone è puramente casuale….

Prendete 250 grammi di riso integrale (così ne avete per un bel po’ e potete sempre incrementare la schiscetta con altri ingredienti nei giorni successivi) e mettetelo a bollire , invece che nella normale acqua salata, nell’acqua in cui avrete sciolto mezzo dado vegetale Star , quello col 30% di sale in meno.

A metà cottura, che per il riso integrale normalmente dura 50 minuti, aggiungete 250 grammi di cornetti ( o fagiolini, dipende da dove abitate) tagliati a pezzettini, che così bolliranno per una ventina di minuti restando ancora un pochino croccanti.

Intanto in una padella fate saltare una decina di pomodori datterini pelati piuttosto grandi (sbollentati per un paio di minuti immergendoli con un colino nell’acqua di cottura del riso: si risparmia del tempo anche così),tagliati a dadini e insaporiti con il fondente Star prezzemolo e aglio.

Quando il riso e i cornetti -fgiolini sono cotti , metteteli nel già citato colino e sciacquate tutto bene sotto l’acqua fredda, per eliminare l’amido e non aspettare che il riso si raffreddi scuocendo.

In una ciotola, o nella stessa pentola usata per il riso se non volete sporcare, mescolate riso, cornetti-fagiolini e pomodori poi metteteli nella schiscetta che preferite, chiudetela (bene, mi raccomando… troppe volte ho avuto la borsa piena di riso) e preparatevi al pranzo in ufficio,

Se poi volete fare un giro nel magico mondo della schiscetta, sappiate che esiste addirittura un social network dedicato: CHECHISCIA – L’arte della Schiscetta d’Oggi.

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