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Polenta concia… per le feste.

Quando le nostre radici arrivano dritte dritte dal Nuovo Mondo.

Tutto è nato dalla collaborazione con Mauri, e dai formaggi che ci ha spedito, ma l’idea di dedicare una delle nostre infografiche alla polenta ci girava per la testa già da un po’.
Più nell’anima brianzola di Odio il Brodo, a dire la verità, che la parte toscana non è molto avvezza all’oro giallo.

Che dalle mie parti, invece, veniva servita “cunscia” cioè acconciata o condita come nella ricetta che riportiamo oggi, in molte occasioni speciali. Negli altri giorni, per molto tempo, la polenta ha costituito  invece il pane quotidiano per intere generazioni di contadini che, apprezzandone la grandezza e la possibilità di uso quotidiano, lo chiamavano “Furmenton”, cioè frumentone.

E con questo frumento gigante si apre un discorso che noi di Odio il Brodo facciamo spesso tra noi , e che oggi vogliamo dividere con i nostri lettori: il discorso sulle culture autoctone. Se i contadini del dopo Cristoforo Colombo si fossero rifiutati di coltivare fagioli, mais e patate, probabilmente l’Europa sarebbe stata sterminata dalla fame in più occasioni. Ma nemmeno l’Asia sarebbe stata meglio: pare infatti che il boom demografico cinese fra il cinquecento e il seicento sia stato causato dalla coltivazione di questa pianta, che ha reso produttive le aree del delta dello Yang Tse. Facile da coltivare e altamente produttivo (13 quintali per ettaro invece dei 4 del frumento, sempre riferendosi alla produzione dell’epoca) il mais fu subito adottato anche dall’Africa.

Tornando alla nostra ricetta, pare che sia scivolata nel cuore della brianza dalle montagne Valtellinesi e da quelle confinanti della valle Brembana, dove la farina di mais veniva mischiata a quella di grano saraceno nella famosissima polenta taragna, condita con i formaggi tipici della zona (Branzi, Formai de Mut e Taleggio,,, anzi, Bontàleggio per far felice lo sponsor… ;-).

In questa variante ci abbiamo inserito anche il gorgonzola, un po’ perché ci piace, un po’ perché scendendo dalle valli verso la pianura padana, la polenta ha pian piano inglobato anche quello.

Come nei cuori che abbiamo fotografato per la ricetta “Due cuori e un gorgonzola”.

GERMINAL, di Emile e Gorgon Zola

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Un giorno lo scrittore francese Emile Zola scoprì fra gli appunti del fratello, il più noto gastronomo Gorgon, un quadernetto con degli appunti e fu subito attratto dal titolo di una di queste pagine: Germinal. Il titolo gli piacque così tanto che non continuò neppure a leggere, ma iniziò subito a scrivere uno dei capolavori della letteratura francese. Soltanto oggi, dopo accurate ricerche, noi di Odio il Brodo siamo riusciti a risalire  al capolavoro originario, la ricetta di questa insalata ,che funziona benissimo anche come antipasto, e che condividiamo con voi.Protagonista è il gorgonzola dolce, uno dei formaggi Mauri arrivati per la collaborazione con i blogger di Cucinare Meglio, che il buon vecchio Gorgon abbina con coraggio e determinazione ai germogli di soia e alla polpa di una mele verde, opportunamente passata nel limone per non farla annerire. A dare un pizzico di esotismo, una lieve grattuggiata di zenzero fresco.

Buona lettura. Cioè, scusate… buon appetito con
Germinal!

DUE CUORI E UN GORGONZOLA

Schermata 11-2456621 alle 18.59.35Non c’è niente da fare, se non ci metti qualcosa di piccante ogni serata a due rischia di restare un po’… lenta. Perché sono proprio le cose piccanti, come questo gorgonzola Mauri, a rendere attraenti anche le minestr… pardon, le polente riscaldate. La ricetta è semplice: basta prendere la polenta avanzata, stenderla sul piano di lavoro, tagliarla con delle formine a cuore e mettere al centro un cucchiaino di Bontàzola piccante Mauri, poi far riscaldare il tutto in forno fino a quando il formaggio si scioglie. Si può usare anche il microonde, se si ha proprio tanta fame.

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MERRY CRESCENZ…

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…oppure Mauri Christmas, scegliete voi. Il Natale imminente ha fatto tornare alla memoria una domanda che mi assilla fin da piccolo: come fa un solo Babbo Natale a portare, in una sola notte, i regali a tutti i bambini del mondo? Io una teoria ce l’ho, e la vedete visualizzata in questa ricette. Perché se di mamme ce n’è una sola, di babbi ce ne possono essere a dozzine: basta prendere i pomodorini, tagliarli tenendo da parte il cappuccio, poggiarci sopra la crescenza di capra Mauri e rimettere il cappellino. Per fare il naso, bacche rosa che a sorpresa non sono solo scenografiche, ma danno un sapore speziato a questi piccoli portatori sani di regali. Certo però che se li mangiate tutti…

MAURI CHRISTMAS

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Quest’ anno Babbo Natale è arrivato in anticipo. Neanche troppo, se pensate che qui a Milano l’avvento inizia proprio domani, domenica 17 novembre. E ha portato in regalo a Odio il Brodo una scatola di formaggi Mauri, che inizia così la sua collaborazione con i blogger di Cucinare Meglio.
Così, mentre prepariamo la nostra infografica abbiamo deciso di preparare anche qualche ricetta di altro tipo. Non aspettatevi dosi, q.b., pizzichi di sale e pepe… noi vi daremo soltanto delle suggestioni.
Allora, su le maniche, addosso i grembiuli e si comincia!