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In cucina c’è luce. E anche i mustaccioli…

Screenshot 2014-12-10 10.43.13E’ da oltre trent’anni che pendolo in treno fra il mio paesello e Milano, e ieri sera ho notato una cosa insolita.  Ogni anno, dopo sant’Ambrogio,  le case via via sempre più numerose che si affacciano sui binari iniziavano una dopo l’altera a punteggiarsi delle luci colorate degli alberi di Natale.

Ieri sera no, ieri sera se ne contravano soltanto uno, o due: spero in un ritardo, ma ho la nettissima impressione che quest’anno di luci ne saranno accese ben poche. Siamo tutti incupiti, intristiti, arrabbiati, preda della paura di perdere quel poco che abbiamo che nemmeno ci accorgiamo del valore simbolico di quelle luci accese sui nostri balconi o alle nostre finestre.

Ancora prima che l’Europa diventasse cristiana, a Roma durante il solstizio d’inverno si festeggiava la festa del “Sol Invictus”, del sole che tornava a riprendere pèossesso del cielo dopo la notte più lunga dell’ anno.  Non dovremmo scordarcelo mai:  le luci di Natale sono il simbolo della rinascita dopo il buio, e così anche le candeline che nei paesi nordici incoronano la testa delle ragazzine vestita da Santa Lucia.

E qui arriviamo alla storia di Natale di oggi, quella di una Lucia che abbiamo conosciuto grazie ad alcuni post di Radio Siani: questa “radio della legalità”, nata e cresciuta in un fabbricato sequestrato alla mafia,  da alcuni mesi produce e pubblica i video del canale  YouTube di Lucia Esposito, chiamato “C’è Luce in Cucina”.

Figlia di una coppia di non vedenti, Lucia ha perso la vista all’ età di vent’ anni, e ovviamente la cosa le ha causato traumi anche psicologici non indifferenti, ma dopo un periodo di profondissima tristezza è riuscita a riprendere in mano la sua vita.

Moglie e madre, alla ricerca di uno spazio tutto suo Lucia ha riscoperto una passione di sempre e ha acceso le luci dei riflettori sulla sua cucina.  Vederla muoversi con naturalezza fra ingredienti e fornelli, creare piatti della tradizione da condividere con tutti i suoi fan (perché Natale è anche condivisione) mostra in modo esplicito che davvero possiamo tutti uscire dal buio.

Con la forza dell’ impegno, la concretezza della volontà e anche con la leggerezza della luce. e delle luci: accendiamole anche quest’ anno, per illuminare il nostro bisogno di continuare a credere in un futuro fuori dal buio.

Grazie, Lucia Esposito, anche per la ricetta dei Mustaccioli 🙂

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Maiale sarà lei! Il lato suino del Rustin Negà.

rustin negà

Il filetto di maiale è uno dei grandi classici della cucina di casa mia: l’ho fatto in crosta una settimana prima che lo proponesse Masterchef e l’altra sera, con grande sorpresa, l’ha preparato mia moglie.

Schermata-03-2456730-alle-12.18.41E l’ha fatto seguendo la mia ricetta del milanesissimo rustin negà (arrostino annegato, per i non milanesi), un piatto che da noi è anche un piatto vero e proprio, dal momento che l’abbiamo nella collezione dei “piatti del buon ricordo” di cui siamo andati per anni a caccia nei mercatini dell’ usato.

Praticamente il filetto di maiale è stato infarinato, poi fatto rosolare in padella con olio, burro e rosmarino dopodiché è stato, appunto, annegato ma non nel vino bianco come la ricetta originale: il sapore più vigoroso del maiale (e il fatto di averne una mezza bottiglia avanzata dalla sera prima) ci ha suggerito un vino rosso abbasanza corposo. Così nella successiva cottura lenta, circa un’oretta, oltre a glassarsi come nella ricetta originale ha preso un bel colore bruno all’ esterno.

Nel frattempo bollivano le patate, che poi sono state fatte saltare nel fondo di cottura dell’ arrosto (gras de rost, in milanese, significa anche persona pedante e difficile da digerire, e questo vorrà pur dire qualcosa…).
Così, messe in forma le patate, ci abbiamo adagiato sopra le fettine del nostro filetto e, in cima come la classica ciliegina sulla torta, una ciliegina di mostarda, che una volta consideravo cibo tipicamente da papà e che, in effetti, da quando papà lo sono diventato davvero, ha iniziato a piacermi.
Schermata 03-2456729 alle 21.06.03Ma di questo parleremo un’altra volta, dopo aver fatto piangere i bambini con una perfida vignetta su una delle loro beniamine che a me, invece, sta cordialmente antipatica a causa del suo muso che mi ricorda… No, non ve lo dico. ma pensateci la prossima volta che vi capita di andare in un bagno pubblico e vedere i disegni sulle pareti.



GERMINAL, di Emile e Gorgon Zola

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Un giorno lo scrittore francese Emile Zola scoprì fra gli appunti del fratello, il più noto gastronomo Gorgon, un quadernetto con degli appunti e fu subito attratto dal titolo di una di queste pagine: Germinal. Il titolo gli piacque così tanto che non continuò neppure a leggere, ma iniziò subito a scrivere uno dei capolavori della letteratura francese. Soltanto oggi, dopo accurate ricerche, noi di Odio il Brodo siamo riusciti a risalire  al capolavoro originario, la ricetta di questa insalata ,che funziona benissimo anche come antipasto, e che condividiamo con voi.Protagonista è il gorgonzola dolce, uno dei formaggi Mauri arrivati per la collaborazione con i blogger di Cucinare Meglio, che il buon vecchio Gorgon abbina con coraggio e determinazione ai germogli di soia e alla polpa di una mele verde, opportunamente passata nel limone per non farla annerire. A dare un pizzico di esotismo, una lieve grattuggiata di zenzero fresco.

Buona lettura. Cioè, scusate… buon appetito con
Germinal!

DUE CUORI E UN GORGONZOLA

Schermata 11-2456621 alle 18.59.35Non c’è niente da fare, se non ci metti qualcosa di piccante ogni serata a due rischia di restare un po’… lenta. Perché sono proprio le cose piccanti, come questo gorgonzola Mauri, a rendere attraenti anche le minestr… pardon, le polente riscaldate. La ricetta è semplice: basta prendere la polenta avanzata, stenderla sul piano di lavoro, tagliarla con delle formine a cuore e mettere al centro un cucchiaino di Bontàzola piccante Mauri, poi far riscaldare il tutto in forno fino a quando il formaggio si scioglie. Si può usare anche il microonde, se si ha proprio tanta fame.

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MERRY CRESCENZ…

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…oppure Mauri Christmas, scegliete voi. Il Natale imminente ha fatto tornare alla memoria una domanda che mi assilla fin da piccolo: come fa un solo Babbo Natale a portare, in una sola notte, i regali a tutti i bambini del mondo? Io una teoria ce l’ho, e la vedete visualizzata in questa ricette. Perché se di mamme ce n’è una sola, di babbi ce ne possono essere a dozzine: basta prendere i pomodorini, tagliarli tenendo da parte il cappuccio, poggiarci sopra la crescenza di capra Mauri e rimettere il cappellino. Per fare il naso, bacche rosa che a sorpresa non sono solo scenografiche, ma danno un sapore speziato a questi piccoli portatori sani di regali. Certo però che se li mangiate tutti…

MAURI CHRISTMAS

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Quest’ anno Babbo Natale è arrivato in anticipo. Neanche troppo, se pensate che qui a Milano l’avvento inizia proprio domani, domenica 17 novembre. E ha portato in regalo a Odio il Brodo una scatola di formaggi Mauri, che inizia così la sua collaborazione con i blogger di Cucinare Meglio.
Così, mentre prepariamo la nostra infografica abbiamo deciso di preparare anche qualche ricetta di altro tipo. Non aspettatevi dosi, q.b., pizzichi di sale e pepe… noi vi daremo soltanto delle suggestioni.
Allora, su le maniche, addosso i grembiuli e si comincia!