A Golosaria avrei dovuto andarci sabato 15, ma come avrete potuto vedere dai giornali il meteo non mi è stato favorevole: non che in tv abbiano mostrato lo scoppio del tombino sotto casa mia, ma lo stato della stazione Porta Garibaldi non era poi così lontano…
Domenica, quindi, dedicata a riparare i danni del maltempo e a prevenirne di nuovi sgorgando tombini come se non ci fosse un domani e finalmente oggi son riuscito a regalarmi un viaggio fra i sapori d’Italia nei padiglioni del Superstudio di Via Tortona.
Certo, non c’era il sole che mi aveva accompagnato alla presentazione di Natural Recall lo scorso maggio proprio lì sopra, al Superorto più (A proposito, sabato 22 inaugura la prima mostra del progetto, alla serra dei giardini di Venezia: in cartellone fino al 28 dicembre, regalatevi un viaggio che ne vale la pena) ma ho fatto alcune scoperte davvero interessanti.
La prima ha il fresco profumo di essenzialMenta di Pancalieri, che ci ha accorto regalandoci bustine di zucchero alla menta e una notizia altrettanto fresca: febbraio sarà per loro il mese dei foodblogger, in cui selezioneranno una quindicina di blog per ospitarli nella loro azienda agricola e inviare loro i prodotti a base di quella che viene definita “la menta più buona del mondo” e che fa parte del paniere dei prodotti tipici della provincia di Torino, in attesa di ottenere il marchio europeo di denominazione di origine protetta.
Dal profumo della menta a quello del basilico: immersa fra i profumi del Pesto Rossi (bellissima la loro iniziativa benefica di vendere online la maglietta “non c’è fango che tenga”) abbiamo trovato una vecchia conoscenza, Doriana de LA SIGNORA DEI FORNELLI, un blog che seguivo già da un po’ e chi mi ha fatto piacere riscoprire, come piacevole è sempre l’aroma di un pesto fatto come basilico comanda.
Più che una scoperta, invee, è stata una rivelazione l’assaggio del caviale prodotto dall’ azienda agricola Pisani Dossi, un delicato e aromatico Osetra e un vigoroso Siberiano prodotti senza conservanti, quello che gli intenditori definiscono “malossol”, ma con una grandissima attenzione alla scelta delle uova e alla loro preparazione prima della salagione.
Dal nobile storione alla più popolare ma non per questo meno gustosa acciuga, che si trasforma in forte e decisa poesia nei vasetti della Confraternita degli Acciugai di valle Maira, il cui simpaticissimo presidente Riccardo Abello ci ha suggerito una ricetta rapidissima da copiare senza dubbio: le caramelle di acciuga. Lui a dire il vero l’ha definita anche una “bagna caoda da passeggio”, e per prepararla basta mettere un’ acciuga su un rettangolino di pasta sfoglia, adagiarci sopra aglio radicchio o un’ altra verdura a piacere, chiudere arrotolano i bordi come a confezionare una vera propria caramella e infornare a 200° per una diecina di minuti.
Di sfizio in sfizio, io e le mie due accompagnatrici (perché andare in fiera da solo se puoi andarci in compagnia di due signore belle e intelligenti? grazie Giulia e Laura) ci siamo goduti i taralli di AGRICOLA DEL SOLE e gli straordinari snack prodotti con le farine del grano dei loro campi. Vi garantisco, una vera delizia.
Dalle mie parti però si dice che “la buca l’è mai straca se non la sent de vaca” (la bocca non è stanca se non ha il sapore della mucca, versione ruspante del francese “il n’y a pas de repas sans fromage”) e così ho scoperto i formaggi del Caseificio Carioni, attirato dalla nuova linea senza lattosio che comprende tutti i prodotti di “mamma mucca” come li chiamano loro: non ho provato il bacio, ma la crescenza era davvero squisita.
La bocca però non era ancora stanca, così mentre nello spazio dibattiti si presentava il padiglione zero dell’ Expo2015 e il piatto preparato per la manifestazione dell’anno con le eccellenza del territorio lombardo dalla scuola di Cucina IFSE, dopo gli assaggi è arrivato il momento di mangiare nello spazio dedicato allo street food.
Così nella mia piccola spedizione c’è chi ha optato per un kebab d’autore con tanto di Castelmagno, chi ha preferito la focaccia di Recco di Manuelina (che pare stia arrivando finalmente a Milano) e chi ha provato una cosa davvero divertente: gli Sciatt à porter.
Per chi non li conoscesse, gli Sciatt (cioè i rospi, perché nella forma ricordano gli anfibi che troppe aspiranti principesse hanno inutilmente baciato ) sono un piatto tipico valtellinese costituito da quadratini di formaggio casera immersi in una pastella di grano saraceno e fritti, serviti in questa versione street food in un cono di carta da fritti.
Lì vicino, i risotti di un’azienda che mi ha molto interessato fin dal nome SORRISO IN CUCINA: un sito, una pagina facebook e una famiglia che utilizza una grande varietà di risotti, zuppe, farine per polenta e pureè con ingredienti già dosati e che possono essere serviti così o, come è successo a Golosaria, servire da base per personalizzazioni con altri prodotti.
Il mio lato brianzolo è poi stato incuriosito dal furgoncino Street food di Primo Sapore, che porta in giro i prodotti della tradizione brianzola, dalla mortadella di fegato al cotechino “vaniglia” e che qui presentava anche i prodotti del prosciuttificio Marco d’Oggiono.
Ancora Brianza, ma monzese, allo stand della patata bianca di Oreno, famosa nel territorio per la sagra biennale sempre frequentatissimo.
Per il dessert ci siamo rivolti a I DOLCI NAMURA, di via castelvetro a Milano premiato dal Golosario2014. E l’assaggio del suo panettone vegano, oltre a farmi venire in mente ovviamente la nostra Marzia di LA TAVERNA DEGLI ARNA, mi ha trovato d’accordo con questa scelta.
All’ uscita, per veniore ioncontro alle esigenze regalistiche di un’ amica, ho fatto un’ ultima, interessantissima scoperta: le deliziose mostarde di Fredo, una giovane azienda nata in Svizzera e che con una scelta in totale controtendenza (come tutte le scelte che personalmente mi piacciono di più) dal prossimo gennaio sarà a tutti gli efetti italiana.
Classica, piccante, esotica, di cedro, di albicocche, di ananas e papaya, di ciliegie di fichi … una miriade di colori e di translucenze da salivazione immediata, anche per merito della preparazione ottenuta esclusivamente da frutta fresca, non precedentemente messa in salamoia come accade invece per la produziopne industriale.
Insomma, nonostante l’acqua un’ esperienza sicuramente da ripetere questa Golosaria , e che lascia preludere a un Expo2015 in cui gli assaggi sicuramente si moltiplicheranno. Sperando ovviamente che il tempo sia migliore… Anche per consentire che i lavori finiscano per tempo, cosa che personalmente mi preoccupa non poco.