Uhei, nini, e te quella roba lì la chiami cotoletta?
Sicuramente un gourmet “milanese imbruttito” (lo conoscete, vero, questo blog che sta divertendo tutta Milano e non solo?) avrebbe da ridire sul taglio di carne utilizzato per realizzare questa versione di un classico milanese, ma mia nonna (quella che nella sua trattoria preparava da sola pranzi di nozze per oltre cento persone) la faceva così e c’era la fila per mangiarla.
E vi garantisco che non erano mica dei giargiana…
Quindi, tagliate a listarelle i peperoni di tre colori, e a cubetti un paio di patate, e fateli saltare in un soffritto preparato con la cipolla . Poi metteteci ( a piacere) un paio di pomdoti e lasciateli stufare fino a quando, dopo circa venbti minuti arriverà il momento udi metterci uncucchiaio di aceto (io ho usato quello di mele) e un cucchiaio di miele (acacia per me, grazie).
Nel frattempo, infarinate le fettine di vitello, poi passatele nell’ uovo sbattuto e poi nel pane grattugiato: fatele poi friggere in una padella con olio (inutile l’extra vergine di Oliva, usatene uno più leggero e che costa meno , per esempio quello di semi di girasole) e un po’ di burro.
Quando la panatura sarà così croccante da continuare a friggere anche una volta sul piatto, accompagnate questa cotoletta con la peperonata della nonna, e pronunciatela con la + molto aperta. Altrimenti mollatemi… 😉