Castagnaccio e altre polverine.

Castagnaccio e altre polverine.
Castagnaccio e altre polverine. 5 1 Anonymous

Come l’ingrediente di un dolce può scatenare le prime, oratoriane voglie di trasgressione.

castagnaccio

Come l’ingrediente principale di un dolce della tradizione poteva scatenare i primi tentativi di trasgressione oratoriali.

La prima cosa che mi viene in mente pensando al castagnaccio non è tanto il dolce di cui vi diamo l’inforicetta, ma un ricordo legato alle “domeniche da solo in un cortile a passeggiar”.

Certo, non era estate e il pomeriggio più che azzurro era grigio, essendo autunno, ma l’ambiente era proprio quello dell’ oratorio.

Fra mastodontiche doppie brioche a forma di pesca e cannoncini ripieni di crema di dubbia freschezza, ma degni di figurare per enormità sugli spalti delle navi della envencible armada, nel bar gestito da nerborute volontarie si vendeva anche una magica polverina che noi chiamavamo “castagnaccio”.

Era, a dire la verità, una semplice farina di castagne, da succhiare con un bastoncino fino a quando la polvere riusciva a foderare completamente il palato provocando una seta estinguibile soltanto da potenti sorsate di gassosa filtrata attraverso una stringa di liquirizia (la gassosa, e lo dico soltanto per i più giovani, era una sprite prodotto in quantità industriali dai venditori locali di bibite e in qualche modo simile alla Sprite: i sibariti undicenni come noi, d’estate la insaporivano facendoci sciogliere dentro il ghiacciolo al limone…)

I più intraprendenti del mio gruppo, di cui a essere sincero non facevo parte, si bullavano di riuscire a risucchiare questa farina di castagne direttamente dal naso, mandando in visibilio le ragazze, ignare dei pomeriggi in cui i loro impavidi cavalieri avevano rischiato il soffocamento per allenarsi in questa esibizione.

Pessim abitudine, che avrebbe portato alcuni di loro a scivolare, lentamente ma inesorabilmente, verso ben altre polverine. Magari gradualmente, come era successo a “nasello” (così era stato chiamato”, passato con una progressione geometrica dal castagnaccio alla polvere per rendere frizzante l’acqua del rubinetto (esisteva anche quella, ikei lettori più giovani,m e si chiamava Idrolitina) ottenendone un effetto euforizzante delle narici, fino ad arrivare alla perversione estrema di rollarsi una sigaretta mettendoci lo zafferano. “Mi sembrava di avere sullo stomaco due chili di risotto” : la frase con cui chiosà questa esperienza mistica restò a lungo nella hit delle cose più stupide mai sentite nel nostro gruppo di amici.

MORALE: usate la farina di castagne per seguire la nostra inforicette, e se proprio volete provare l’ebbrezza della trasgressione, di fette di castagnaccio mangiatene due, alla faccia di tutti i consigli sull’alimentazione sana e corretta.

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